Storia rom nell’ultimo libro del poeta Paul Polansky. Da oggi in tour
Un grande autore sarà presente in questi giorni a Milano, Pavia e Gallarate per presentare la sua opera “Il silenzio degli zingari”. Si tratta di Paul Polansky (Mason City, 17 febbraio 1942), che è poeta, attivista e scrittore statunitense, vincitore nel 2004 del Human Right Avward.
Si parte da oggi 8 aprile alle 21, quando il poeta sarà presente al C.A.M. Ponte delle Gabelle, via san Marco 45 a Milano, per presentare il libro ”Il silenzio degli zingari”.
Poi, ancora, il 9 aprile, alle 21, presso la Libreria Popolare in via Tadino 18 a Milano, e il 10 aprile alle 21, presso l’Arci Martiri di Turro, via Rovetta 14 a Milano. Si terrà anche un simpatico appuntamento: “Paul and friends: slam poetry”, alle 20, con cena in compagnia (costo circa 10-15 euro, consigliata la prenotazione). L’11 aprile, alle 21, all’Arci di Via d’Acqua, viale Bligny 83, a Pavia.
Il 16 aprile, alle 10, Polansky sarà all’Isis Giovanni Falcone in Via Matteotti 3 a Gallarate. Le parole sono luce: dialogo con gli studenti. Introduzione di Ernesto Rossi, Accompagnamento musicale di Mario Toffoli. E ancora il 17 aprile, alla Libreria Utopia in via Vallazze 34 a Milano. Chiusura tour milanese
Il volume “Il pianto degli zingari” racconta di Danica, una ragazza intelligente. Nella scuola che frequenta a Monaco prende ottimi voti, aiuta i compagni in grammatica. Forse farà l’insegnante, o forse la dottoressa. Ma dalle quattro di una mattina d’inverno, di punto in bianco deve lasciare casa libri amici lingua futuro, salire a forza con i genitori e la sorellina su un aereo pieno di rom diretto a Pristina e a un incubo seppellito nella mente dieci anni prima assieme a una lingua.
“Avna o nemcoja”, aveva gridato suo padre quella mattina di giugno del 1999. “Arrivano i tedeschi!”, lo spauracchio che tornava nei racconti del nonno sulla seconda guerra mondiale e sui nazisti in cerca di vergini da violentare. Ma erano stati i vicini albanesi, vestiti di scuro, a cacciarli di casa agitando asce e forconi. Lei aveva sette anni. Ora, alle quattro di mattina, il passato ritorna a sfondare la porta di casa. Ma lei non è tedesca? Ha l’uniforme scolastica, ha vinto una borsa di studio. E questa vicina che piange e protesta coi poliziotti la considera come una figlia.
Lo stile spoglio e fattuale di Polansky è perfetto per una storia raccontata da un’adolescente. Il reportage trasfigurato in racconto in versi è una denuncia che rimane oltre il tempo dell’emergenza. Se non ci fossero emergenze senza scadenza.
Il pianto degli zingari è un libro per tutti e dovrebbe entrare nelle aule scolastiche, per animare i concetti di dignità umana, diritti dei minori, cittadinanza, accoglienza, integrazione col volto e la voce di Danica.
Il volume di Paul Polansky è pubblicato da Volo press, con la postfazione di Rainer Schulze, le immagini di Stephane Torossian, la traduzione di Fabrizio Casavola.
Attenzione: la data dell’8 aprile è stata spostata al 15, stesso luogo e stesso orario